Causa forze impreviste mi sono trovato a dover aspettare un treno alle 19.39 nella stazione di Tullamore, co. Offaly, più o meno nel mezzo dell'Irlanda. Visto che sono arrivato in stazione con laaargo anticipo, nonostante fossi abbastanza stanco e bagnato come un pulcino suicida mi sono messo a sedere nell'atrio gelido, ho tirato fuori il mio bel libro "Smoke & Mirrors" di Neil Gaiman e mi sono messo a leggere...
Il libro è una raccolta di storie brevi, alcune un po' più cupe alcune un po' più tranquille, ma tutte impregnate della magia narrativa, capaci di attrarre i pochi neuroni sani del mio encefalo e di farlo sognare e immaginare personaggi, settings, voci...
In più è in inglese, quindi anche se non è il primo libro che leggo in inglese e capisco bene tutto quel che dice (le mie carenze comunicative con gli autoctoni sono dovute al fatto che non capisco quando bofonchiano, se comparissero dei baloon sopra la testa sarei a posto) mi ci concentro anche di più, quindi mi estraneo completamente dalla realtà per entrare in un mondo tutto mio...
Mentre ero lì che leggevo, prima passano un paio di treni, con tutto il viavai di gente annessa e connessa, poi passano in momenti diversi due vecchietti che si esprimevano a "fuck", uno che scherzava col bigliettaio (scherzava? boh, capivo solo fuck ma ogni tanto rideva) e poi un altro che invece era incazzato col mondo e girovagava per la stazione maledicendo questo e quello.
Poco dopo arriva un tipo incappucciato e si siede accanto a me. Io stavo leggendo una storia su un farmaco per sconfiggere il cancro con simpatici effetti collaterali (non ve li racconto perchè vi rovinerei la sorpresa) ed ero totalmente assorto nel libro. A un certo punto il tipo mi si mette a parlare ed io (che ero anche abbastanza addormentato) non capisco nulla... Ero in crisi perchè non mi venivano le parole, non avevo capito nulla e avevo capito solo train, sono rimasto senza parole un qualche secondo e lui ha desistito poi si è alzato e ha fatto un giro nella stazione. Io sono uscito a fumare e a prendere una boccata d'aria per svegliarmi, ma ci sono rimasto malissimo... ripensando a quello che mi ha detto penso che mi stesse raccontando che aveva sbagliato un treno e ora doveva aspettare il prossimo, tornare indietro e prendere quello giusto. In più era un omino sulla 40ina che magari aveva cercato un po' di conforto nell'unico essere umano che c'era e questo (IO) non gli aveva rivolto parola e secondo me c'era rimasto anche male...
Sono rientrato nella stazione e lui aveva preso un giornale e lo stava leggendo, io mi sono avvicinato e gli ho detto:
-Sorry
(lui si gira con un espressione mista di intristimento e curiosità)
-Sorry but I haven't understood anything, I'm Italian...
(E si distende, sorride) -Oh, don't worry!
-I was totally taken by the book...
E lui sorridendo mi fa:
-They call them daydreamers
E si rimette sorridendo a leggere il giornale
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